Agrofauna

Reintroduzione del Coniglio Selvatico

Reintroduzione e Monitoraggio del coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus) iniziato a Racalmuto (Sicilia) nel Giugno 2017

Ha preso il via la seconda fase del progetto di Reintroduzione e Monitoraggio del coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus) iniziato a Racalmuto (Sicilia) nel Giugno 2017. 

Si prevede un’ulteriore indagine sulla sopravvivenza di soggetti reintrodotti ma, a differenza della precedente fase, sono stati utilizzati soggetti nati, all’interno dei recinti di ambientamento, con progenitori selvatici, catturati nel 2016 all’interno del Parco Archeologico della Valle dei Templi.

Nel mese di febbraio si è proceduto quindi al rilascio di 9 soggetti anch’essi dotati di radiocollare. Quest’ultimo consentirà di valutare l’ambientamento della specie e gli eventuali fattori limitanti l’operazione di ripopolamento. A differenza della fase precedente si prevede, utilizzando questo tipo di soggetti, una diminuzione della mortalità dovuta agli stress di cattura anche se, la forte presenza di predatori nelle are prescelte, determinerà presumibilmente una mortalità iniziale non trascurabile.

Cattura, vaccinazione e monitoraggio (in recinto)

I soggetti nati nei recinti una volta catturati, sotto la supervisione scientifica del prof. Mario Lo Valvo sono stati dotati di marca auricolare e radiocollare in data 07/02/2018. In tale data sono state inoltre rilevate tutte le misurazioni biometriche necessarie e sono stati somministrati i vaccini previsti dal piano di profilassi. Una volta posizionati i radiocollari, i conigli sono stati reimmessi all’interno di un recinto di quarantena, in modo da favorire un’efficace adattamento ai radiocollari stessi e cercare di garantire una maggiore sopravvivenza post-rilascio.I recinti utilizzati per la stabulazione dei soggetti catturati hanno all’interno un ambiente ideale e comunque costituito da macchia mediterranea intervallato da spazi aperti con vegetazione rada.Le fasi che sono state seguite e che seguiranno per questo progetto di Reintroduzione e Monitoraggio del coniglio selvatico, sono le stesse della prima reintroduzione:

Raccolta dati biometrici

Posizionamento e verifica funzionamento radiocollari (07/02/2018)

Insieme alla raccolta dei dati biometrici è stato necessario anche verificare la corretta apposizione dei collari. Le tipologie di radiocollare infatti sono innumerevoli ed ognuna di esse presenta vantaggi e svantaggi per quanto riguarda il disturbo che possono causare all’animale. Un prerequisito che è importante valutare è il peso del radiocollare. Da studi precedenti, svolti anche da questo Studio, è stato verificato che il disturbo può essere ritenuto trascurabile se questa rimane al di sotto del 3% del peso vivo del coniglio selvatico.

Posizionamento del radicollare

Immissione e monitoraggio(in natura)Questo secondo rilascio è avvenuto il 21/02/2018 all’interno della stessa area utilizzata per l’immissione effettuata nel 2017 (Loc. Vircico). Il monitoraggio sul campo ci consentirà di valutare gli spostamenti, la sopravvivenza, la dispersione dal sito di rilascio, le preferenze ambientali, ecc.

Metodi di monitoraggio utilizzati

Una volta immessi gli esemplari nell’area interessata è necessario iniziare con il monitoraggio. Di seguito riportati e spiegati brevemente

1) Radiotracking

La tecnica di radiotracking, introdotta negli anni 60, consente di seguire gli animali a distanza permettendo di studiare in modo approfondito molti fenomeni biologici, quali la sopravvivenza, la predazione, il successo riproduttivo, l’uso dello spazio, l’influenza dell’ambiente sul comportamento.

Fix e registrazione dei dati: Gli individui verranno contattati con la tecnica della triangolazione (mediante radiotracking) ogni giorno per 15 giorni consecutivi ad orari sfalsati. Tale scelta sembra opportuna in quanto nei primi giorni dopo il rilascio è caratterizzata da un’elevata mobilità. Gli animali immessi in un ambiente totalmente estraneo tendono a cercare instancabilmente luoghi di riparo ed approvvigionamento e quindi ad esplorare l’ambiente in modo molto attivo. Tale comportamento potrebbe causare la mortalità dei soggetti appena immessi e far perdere le loro tracce. Successivamente seguiranno 15 giorni di monitoraggio a giorni alterni o con il metodo della triangolazione o con contatto diretto (homing) con il soggetto. Per quest’ultima tecnica ridurremo il numero di fix poiché un eccessivo disturbo del soggetto può essere fonte di stress con tutte le conseguenze negative che questo porta su soggetti di coniglio selvatico appena reintrodotti. Effettueremo l’homing solo nel caso si ritenga che l’animale sia andato incontro a morte o solo dopo alcuni fix di triangolazione. La tempestività di intervento in questo caso consente di verificare ed accertare con maggior precisione possibile le cause di morte. La posizione dei fix ottenuti durante il radiotracking dovrà variare durante le ore del giorno e della notte in modo da descrivere nel maggior dettaglio possibile le abitudini dell’animale immesso. Al termine del radiotrakcing, l’operatore provvederà ad annotare, su opportuna scheda di campo pre impostata, tutti i dati relativi all’osservazione compiuta. Nella scheda è opportuno rilevare le seguenti informazioni: identificativo radio, operatore, data, ora, meteo, vento, terreno, attività, ambiente (codice CORINE -Progetto Corine Land Cover (CLC) nato a livello europeo specificamente per il rilevamento e il monitoraggio delle caratteristiche di copertura e uso del territorio, con attenzione alle esigenze di tutela ambientale-), se è stato visto l’animale ed eventuali note. Tali dati saranno rilevati per ogni animale monitorato. La tecnica di homing con contatto visivo dell’esemplare verrà utilizzata in relazione alle situazioni che si presenteranno sul campo. Risulterà una tecnica valida, da attuare dopo ripetute localizzazioni nel medesimo punto, per verificare se il soggetto è vivo o meno, se ha perso i l radiocollare, ecc. La registrazione dei dati proseguirà con la frequenza di 1 volta ogni 7 giorni per un totale di 50 giornate.

2) Fototrappolaggio

Le “trappole fotografiche” che abbiamo disposto sul territorio per il monitoraggio del coniglio selvatico sono dotate di sensori infrarosso passivi, o “P.I.R.”, che basano il loro funzionamento sul rilevamento termico dello spazio inquadrato, utilizzando un sensore sensibile ai raggi infrarossi: appena viene rilevata una differenza di temperatura nello spazio inquadrato, che può essere ad esempio un corpo caldo che attraversa l’inquadratura, si attiva lo scatto. Si tratta quindi di una evoluzione “intelligente” dei sensori attivi, che evita lo scatto a soggetti inanimati come foglie o ramoscelli.Nel caso del coniglio le fototrappole sono state applicate in prossimità dell’area frequentata dai soggetti radiocollarati, utilizzando le informazioni fornite dal radiotracking ed in prossimità dei complessi tana. Il posizionamento delle fototrappole è avvenuto cercando di utilizzare supporti presenti sul campo, come alberi e pali, per non alterare in alcun modo il sito di monitoraggio

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: