Agrofauna

Controllo dei corvidi

I corvidi utilizzano i centri abitati quali luoghi di rifugio o di nidificazione e da questi si dirigono verso le aree aperte per svolgere la loro azione predatoria, soprattutto nei confronti delle nidiate dei galliformi e di altre specie di avifauna.

Oltre a quanto citato, i corvidi sono causa di danno alle colture agricole, in particolare alle produzioni orto – frutticole.

Il controllo di cornacchia grigia e gazza, regolamentato dalla delibera regionale, è consentito all’interno degli Istituti Faunistici che abbiano come finalità la riproduzione allo stato naturale della fauna stanziale (ZRC, ZRV e AFV che non effettuano immissioni di selvaggina di allevamento).

La tecnica di controllo è basata sull’utilizzo di trappole selettive che sfruttano la territorialità di queste specie durante il periodo riproduttivo. l piano di controllo dei corvidi trova attuazione mediante interventi puntiformi che richiedono l’adozione di metodi rispondenti a requisiti di massima selettività ed efficacia d’azione arrecando, nel contempo, il minor disturbo possibile alla fauna selvatica non oggetto dell’intervento.

A tal fine, considerate le specifiche caratteristiche, nonché i risultati delle verifiche sperimentali alle quali sono state sottoposte anche dallo stesso ISPRA, si ritiene corretto prevedere principalmente l’uso di trappole Larsen nel periodo della nidificazione e fase territoriale dei corvidi, nonché delle “letter-box” (o box francesi o gabbioni francesi) nei periodi successivi, da posizionarsi prevalentemente in corrispondenza delle aree di pasturazione.

Queste trappole, Larsen o a Nassa, vengono posizionate e attivate tra marzo e luglio. Le catture hanno come target principale i soggetti adulti, riducendo quindi fortemente la predazione sui nidi di galliformi attivi nello stesso periodo.Il metodo permette di essere selettivi e quindi di non impattare negativamente su popolazioni animali non target di cattura.

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